Salvatore Di Marco - Recensioni

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Recensioni e saggi critici

L’arte rappresenta una finestra sul mondo, dove é possibile incontrare le molteplici sfaccettature dell'inconscio in piena libertà di espressione. Nel recente incontro con l'artista Salvatore Di Marco, presso il suo atelier a Torino, vengo a conoscenza di un espressione pittorica, che mette in rilievo l'incontro tra immaginario e materia; quella materia impregnata di attimi a cui l'artista dona l'immortalità ed il tutto emerge dai musicisti ritratti nelle loro performance. Una sinergia tra colore e musicalità, che si sprigiona da queste figure, che nascono in silenzio dal profondo del buio; quel buio/nero che Di Marco usa con grande coraggio e dove l'osservatore riesce a nascondersi curiosando nella tridimensionalità dell'opera.

Un percorso, quello di Salvatore Di Marco, che nasce da lontano dagli incontri con il M° De Grada per giungere ai primi passi con chi in famiglia ha fatto della pittura una ragione di vita. L'artista parte dal figurativo classico per poi allontanarsi cercando l'essenzialità del segno, mantenendo il soggetto nitido alla lettura. Studia tecniche di lavoro e si sbizzarrisce nei supporti e nell'utilizzo di materiali in unisono con la materia. Oggi nella sua continua ricerca innovativa, ci conduce nel suo spazio/tempo con un susseguirsi di musicisti e danzatrici, tra passione e sentimento, mantenendo la completezza del soggetto nella minima definizione.

L'artista giunge all'opera finita con la sofferenza dell'anima, che scava nella sua espressione "stomacale", per ottenere un traguardo in ogni opera, da dove ricomincia il desiderio della ricerca.

Francesco Lacalamita

Nell’artista in origine c’è la passione per il restauro, ed è proprio incontrando i maestri della capitale Sabauda, che viene prepotentemente alla luce la sua vocazione. Ricorda con piacere le prime volte che è entrato in una bottega, catturato dagli odori, dalle mani dell’artigiano muoversi con sapienza sul legno, dalla sua precisione e dall’estrema responsabilità che mostra nei confronti dell’oggetto su cui in quel momento lavora. Occorre evidenziare che la madre dell’artista è un’apprezzata pittrice contemporanea, ed è questa presenza importante e fondamentale che indirizza successivamente il suo percorso artistico verso la pittura. Da subito contraddistinto da una forte motivazione e ricerca, dopo aver indagato altri versanti artistici che possiamo identificare come 1°Periodo, l’artista vuole realizzare qualcosa d’innovativo e indiscutibilmente personale, che si renderà concreto nella creazione di opere di «bassorilievo» a partire dal 2008 (2° Periodo).

L’artista attraverso personali conoscenze e ricerche vuole creare qualcosa che possa attribuire bellezza ai semplici, ma nobili materiali da restauro quali gessi, stucchi, e foglia oro a guazzo, decontestualizzandoli dal loro utilizzo primario, e creando inconfondibili opere d’arte, il tutto espresso attraverso un attento studio delle forme e solo in parte dei colori, tali da emanare un forte interesse in chi osserva. È perciò pertanto che nascono le prime originali opere. Ricordiamo Modella datata 2009, Per le strade di Buenos Aires del 2011, Relax realizzata nel 2014, Omaggio a Jimi Hendrix del 2015, tutte opere che vedono nascere le raffigurazioni dal profondo buio, addirittura dal colore nero dello sfondo che l’artista impiega con grande audacia. Occorre però fare un’importante annotazione nel percorso contraddistinto dalla collezione del 2° Periodo, nel 2013 nasce Dove c’è il mare, la tecnica e i materiali sono gli stessi utilizzati per le realizzazioni precedenti , che rendono l’artista universalmente riconoscibile, compaiono per un attimo colori vivi, giustificati solo in parte dall’argomento espresso nel quadro, ma soprattutto dalla evolutiva personalità dell’artista, contraddistinta dalla non convenzionalità, e dalla capacità di sorprendere attraverso la continua mutazione creativa.

Piero Villani